"Va bene! Arriverò venerdì sera verso le 08.00. Affare fatto!"
Monica mi ha pure offerto di usare la sua casa vacanza, un appartamento nel quartiere universitario di Palermo che era libero al momento. Arrivato e preparato per la sera, mi ha portato in un ristorante al centro della città, dove due cuochi siciliani fanno pasti siciliani con influenze internazionali. Il loro obiettivo è quello di usare ingredienti buoni di tutto il mondo per cucinare un piatto tipico siciliano. Ma un tocco leggero della cucina internazionale non può mancare.
Il programma pieno del sabato cominciava con la colazione in un bar al porto e poi eravamo pronti per visitare la città. Camminando verso il Teatro Massimo mi ha raccontato un sacco di curiosità su Palermo e alcuni segreti che una guida turistica non ti direbbe mai, tra quelli anche alcuni che mi facevano venire i brividi. Abbiamo visitato i punti più famosi come i “Quattro canti”, il Palazzo
dei Normanni, la Fontana Pretoria, alcune delle 85 chiese di Palermo e alla fine siamo finiti al mercato Ballarò. I venditori gridavano ad alta voce dietro le bancarelle mentre profumi di ogni tipo riempivano il mio naso. Un ragazzino, il figlio di un macellaio, mi diceva: che se avessi acquistato un pezzo della mezza capra che era messa su un tavolo accanto la loro bancarella, mi avrebbe regalato pure la coda. Assaggiando un sacco di cose buone eravamo riusciti a lasciare il mercato.
Prima di partire verso il Monte Pellegrino abbiamo preso un panino con la milza, formaggio e limone da "ca' meusa", in una paninoteca famosa proprio al porto di Palermo. Dal Monte Pellegrino si può godere una vista mozzafiato su tutta la città, il porto e il mare tirreno. Cercando un po’ di ombra, lo scirocco tirava leggero leggero e mi è venuto voglia di fare il bagno al mare; nel mare che brillava 600 metri sotto di noi... ma non abbiamo avuto tempo. Tornando in città ci siamo fermati alla nella casa in di campagna di Monica a prendere qualche verdura dell'orto e ci siamo tuffati nel traffico impazzito di Palermo. Arrivato all’appartamento, la mia guida mi ha consigliato di rilassarmi un po’, dato che la sera saremmo dovuti uscire con i suoi amici. Mi ha dato il nome di un bar a "La Kalsa", il quartiere del porto e della vita notturna di Palermo e ci siamo accordati di vederci lì verso le 08.00 - 08.30 di sera.
Sceso dal pullman al centro ho deciso di fare una piccola passeggiata visto che ero un po’ in anticipo (e i siciliani di solito non sono molto puntuali). I bar erano affollati, i camerieri portavano fiumi di spritz e vino ai tavoli e l'aria era intrisa del
profumo di marijuana. All'improvviso una mano prendeva forte la mia spalla e una
voce fidente urlava: "Miiiii...!!! Giusè!!!" È stato il mio caro amico Mimmo a stringermi in un abbraccio forte… mi sentivO come se mi abbracciasse un orso.
Chiacchierando con Mimmo ho scoperto che mi trovavo già nel bar dove sarebbero arrivati pure Monica e gli altri.
Ballando e ridendo, discutendo e cantando abbiamo trascorso la notte a Palermo fin quando il sole ci salutava da Capo zafferano. Arrivato all'appartamento verso le 08.00 di mattina ero stanchissimo e ho dormito fino a tardi di pomeriggio. La sera sono rientrato nel mio amato appartamento a Montallegro, vicino a Agrigento e cenando da Luigi, il proprietario della pizzeria di fronte il mio appartamento, ho capito che regalo grande Monica, Mimmo e gli altri mi avevano fatto. Ero capace di sentire il battito del cuore di Palermo con tutti gli odori, il rumore, il silenzio, la felicità... e potevo vedere la città con gli occhi di un palermitano.
Grazie per tutto questo picciotti!